Con il termine lombalgia s’intende comunemente una patologia dolorosa situata nella zona lombo-sacrale del rachide. Colpisce circa il 70-80% della popolazione, almeno una volta nella vita e tende a divenire cronica con l’avanzare dell’età.
L’incidenza massima della lombalgia si ha fra i 30 e i 50 anni con costi sociali ed economici molto elevati soprattutto a livello di sistema sanitario nazionale.
Classificazioni
In base alla durata della sintomatologia, la lombalgia viene classificata in acuta (dolore inferiore alle 6 settimane), sub-cronica (dalle 6 alle 12 settimane) e cronica (superiore alle 12 settimane).
Quando si parla di cronicità il termine lombalgia tende a perdere il suo significato di semplice sintomo identificandosi, invece, in uno stato di patologia vera e propria in cui il sintomo alimenta se stesso e spesso viene collegato anche a patologie psico-somatiche.
Si individuano due grossi gruppi di cause in base alla loro origine, vertebrale ed extravertebrale.
Appartengono al primo gruppo alcune patologie malformative o congenite come:
- spondilolisi: ovvero la mancata fusione di parte dell’arco posteriore di una vertebra;
- spondilolistesi: cioè lo scivolamento anteriore di una vertebra sulla sottostante;
- sinostosi: ossia una deformità congenita caratterizzata dalla fusione di due o più vertebre;
- scoliosi: ovvero una deformazione della colonna vertebrale causata da uno sviluppo muscolare anomalo della stessa che può determinare una curvatura sporgente a livello della schiena;
- osteocondrosi: ossia una serie di patologie delle ossa lunghe o brevi, in cui una piccola porzione di estremità, si stacca dal restante osso sano;
- stenosi: cioè un restringimento del diametro del canale vertebrale e/o dei forami intervertebrali a carico del rachide lombosacrale;
o forme più frequenti di patologie acquisite:
- processi degenerativi, tra cui discopatie, ernie del disco, stenosi del canale etc.;
- malattie reumatiche;
- infezioni;
- neoplasie;
- post.traumatiche, distorsioni, frattura acute o da fragilità;
- post-chirurgiche;
- lavorative, da traumi diretti, da singoli sovraccarichi funzionali, da sollecitazioni ripetute nel tempo;
Al gruppo delle lombalgie extravertebrali appartengono quelle da cause:
- neuromeningee;
- viscerali, legate alla sfera gastrointestinale, urologiche e ginecologica;
- vascolari, aneurisma dell’aorta addominale etc…
Come riconoscere una lombalgia
In genere un episodio di lombalgia acuta si manifesta con comparsa improvvisa di dolore intenso, a seguito di un movimento brusco o di uno sforzo che ha interessato la schiena e può essere seguito da una contrattura muscolare antalgica che impedisce al soggetto colpito di riprendere la stazione eretta in breve tempo, come invece dovrebbe avvenire.
Il dolore può essere talmente intenso da bloccare completamente il movimento della schiena come se un oggetto contundente ci avesse colpiti; esso, inoltre, può non essere limitato alla zona lombare, ma irradiarsi verso i fianchi e i glutei e la zona dorsale.
Fattori di rischio
I fattori di rischio possono comprendere:
- attività fisica pesante;
- lavoro ripetitivo anche associato a vibrazioni (es.: martello pneumatico, trapano);
- posture non corrette ripetute (piegamenti frequenti, torsioni, sollevamenti, posture statiche)
- patologie posturali (scoliosi, iperlordosi, ipolordosi, ecc…)
- cause psico-somatiche (ansia, depressione, stress, ecc…)
Diagnosi
Prima di ogni tipo di intervento è importante che venga fatta una corretta diagnosi differenziale, soprattutto quando il dolore non è giustificato da una causa ben precisa (es. trauma diretto o indiretto).
Bisogna quindi individuare l’origine della lombalgia (meccanica, viscerale, neoplastica, ecc…) attraverso un attento esame clinico e, se necessario, indagini strumentali (Rx, TC, RMN, ecc…).
Trattamento
Se il dolore e la limitazione funzionale sono importanti, può essere proposto al paziente l’impiego di farmaci, il cui unico scopo è quello di alleviare a breve termine la sintomatologia.
Dopo questa prima fase di riposo, segue una seconda importantissima fase di Fisioterapia che, a seconda del caso, potrà prevedere sedute di:
- massoterapia e manipolazioni
- rieducazione posturale e ginnastica correttiva
- trattamenti osteopatici
coadiuvate dall’impiego di terapie fisiche strumentali quali:
- tecar terapia
- laser terapia
- tens
Questi trattamenti avranno l’obbiettivo di andare a intervenire inizialmente sulla gestione del dolore e del movimento , poi si lavorerà per ripotare il paziente in una condizione ottimale ricercando le cause principali del problema e correggendole.