Nei paesi occidentali l'innalzamento dell'età media delle popolazioni e il progressivo miglioramento delle condizioni di benessere socioeconomico hanno portato ad un notevole aumento del numero di soggetti anziani affetti da demenza a diversa eziologia. L'invecchiamento cerebrale è caratterizzato da diminuizione del numero di neuroni, da atrofia delle loro connessioni e da degenerazione delle cellule gliali riconducibile ad un minor apporto di sangue al cervello causato da aterosclerosi e depositi amiloidei all'interno dei vasi. La Malattia di Alzheimer rappresenta la più frequente forma di demenza nella popolazione geriatrica e gli ultimi dati presentati dall"Alzheimer's Association" stimano un raddoppio dei casi ogni venti anni. Recenti evidenze suggeriscono che il processo parafisiologico di demenza inizi molti anni prima della diagnosi clinica di decadimento cognitivo incluso quello lieve,che in alcune persone si mantiene ad un livello di compromissione considerato ancora fisiologico mentre in altre evolve in quadro patologico. Esiste quindi una finestra temporale che rappresenta un'opportunità per approcci preventivi; lo stato nutrizionale e la composizione della dieta sono tra gli aspetti più rilevanti in grado di influire sulla fisiologia cerebrale, infatti molte sostanze derivate dai cibi si sono dimostrate efficaci ne promuovere sopravvivenza cellulare e meccanismi di neuroprotezione. Ci sono poi fitoterapici e nutraceutici potenzialmente utili per contrastare il declino cognitivo, favorire i meccanismi di neuroprotezione e prevenire le patologie neurodegenerative.
DIETA dovrebbe apportare verdure, importanti quelli a foglia verde, frutta, cereali integrali, legumi, frutta secca in particolare noci che hanno il rapporto migliore tra omega3 e omega 6, pesce, carne bianca, uova e olio extravergine di oliva tutti alimenti con possibile effetto neuroprotettivo. Di contro bisognerebbe evitare il consumo di carni rosse, formaggi, burro panna e margarine, dolciumi e prodotti di pasticceria in genere, cibi fritti e da fast food, in quanto potenziali fattori di rischio per lo sviluppo del declino cognitivo. Attenzione particolare merita il consumo giornaliero di POLIFENOLI (contenuti in verdure frutta e cereali integrali ) in quanto potenti attivatori dei geni umani, coinvolti nella sintesi di enzimi antiossidanti, nella modulazione dei percorsi antiinfiammatori e nell'accensione dei geni antiinvecchiamento, oltre ad essere fattori chiave nel mantenimento di un sano microbiota intestinale. Esperimenti clinicamente controllati hanno ad oggi dimostrato effetti benefici sull'uomo per quanto riguarda tre guppi di polifenoli, i flavanoli del cacao, le antocianine dei frutti di bosco, e una sottoclasse di antocianine dette delfinidine estratte dalle bacche di maqui.
INTEGRATORI AD AZIONE NEUROPROTETTIVA
VITAMINE: vitamina A evidenze precliniche supportano una possibile attività anti-amiloidogenica di questa vitamina e dei suoi precursori (beta carotene). Le vitamine del guppo B sono un insieme eterogeneo di sostanze con attività biologiche molto diverse tra loro, vitamina B6 (pirossidina), vitamina B9(folato) vitamina B12(cobalamina) condividono un ruolo cruciale nel metabolismo dell'omocisteina; la vitamina B5( acido pantotenico) appare fondamentale come cofattore per la formazione di acetil coenzima A e per numerose reazioni biochimiche coinvolte nella sintesi dei neurotrasmettitori. La carenza di queste vitamine si associa a deficit cognitivi sia negli animali da esperimento che nell'uomo.
ACIDI GRASSI POLINSATURI ed in particolare gli omega-3 stanno guadagnando sempre maggior attenzione da parte delle comunità medico-scientifiche per le loro molteplici azioni dirette sul sistema nervoso, trial clinici randomizzati hanno concluso che la loro integrazione (250mg-2gr die) è risultata posivitamente associata ad un miglioramento delle funzioni cognitive in soggetti sani anche anziani, sarebbe quidi auspicabile un loro impiego a scopo preventivo fino dalla mezza età.
CURCUMINA è una delle sostanze nutraceutiche maggiormente studiate in termini di neuroprotezione in quanto a livello sperimentale sono note da anni le proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti di questa molecola, inoltre sembra in grado di ridurre l'aggregazione della beta-amiloide. Uno dei principali limiti dell'utilizzo della curcumina è comunque legato alla sua scarsa biodisponibilità anche se oggi in commercio ci sono prodotti che ne aumentano l'assorbimento.
ASTAXANTINA appartiene alla famiglia dei carotenoidi,numerose ricerche hanno dimostrato come questo composto sia dotato di una straordinaria e per certi versi unica attività antiinfiammatoria e antiossidante, supportando un suo utilizzo nella prevenzione e cura di diverse patologie croniche tra cui le malattie neurovegetative.
FOSFATIDILSERINA è un fosfolipide che entra a costituire le membrane dei neuroni, la sua produzione endogena diventa meno efficace con il passare degli anni e può incidere sull'efficienza di alcune funzioni come la memoria, l'apprendimento, la concentrazione, l'assunzione di 100-200 mg al giorno può contribuire a ottimizzare la funzionalità cerebrale. Inoltre questa sostanza riduce gli effetti negativi del cortisolo, l'ormone dello stress, su vari tessuti tra cui quello muscolare, dove questo ormone ha una azione catabolica.
FOSFATIDILCOLINA che come colina entra nel metabolismo dei fosfolipidi e determinano un incremento dei livelli cerebrali di acetilcolina e dopamina con efficacia su funzioni cognitive e memoria
FLAVANOLI DEL CACAO migliorano la salute del cuore e della mente agendo sulla vasodilatazione arteriosa indicati disturbi cognitivi e della memoria.
OMOTAURINA derivato aminacidico presente in alcune specie di alghe favorisce funzioni cognitive e memoria
Per concludere ritengo che l'ATTIVITA' FISICA debba occupare un posto preminente nella prevenzione dell'invecchiamento cerebrale, dovrebbe essere svolta per almeno 45 minuti al giorno sia su base aerobica che con i pesi, o comunque con esercizi che rinforzano i muscoli.